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Decima Conferenza di Statistica
Statistica 2.0. Vivere l’innovazione al servizio della società
Circa
2.000 visitatori iscritti, oltre 50 spazi di confronto e dibattito, 140
tra relatori e discussant. È questo il bilancio conclusivo della Decima
Conferenza nazionale di statistica, che si è svolta a Roma il 15 e il
16 dicembre, presso il Palazzo dei Congressi. La manifestazione, intitolata ‘Statistica 2.0: vivere l'innovazione al servizio della società’,
ha ricevuto un’ampia copertura mediatica, con 45 lanci di agenzia,
cinque articoli su quotidiani nazionali a stampa e on line,
un’intervista al presidente a cura dell’emittente radiofonica Radio Rai,
un servizio a cura dell’agenzia Adnkronos e un articolo sul Wall Street Journal.
All’evento hanno partecipato, tra gli altri, il Presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano, il sottosegretario alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri Gianni Letta, il Sindaco di Roma Gianni Alemanno,
il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti, il Ministro del Lavoro
Maurizio Sacconi, la vice Presidente del Senato Emma Bonino,
l'amministratore delegato di Intesa San Paolo Corrado Passera, il
presidente della Commissione di garanzia per l’informazione statistica
Achille Chiappetti e gli ex presidenti dell’Istat Luigi Biggeri, Alberto
Zuliani e Guido Maria Rey. La manifestazione è stata molto seguita
anche dal popolo dei Social network, specie attraverso Facebook e Twitter. Per una rassegna dei momenti salienti della Conferenza è possibile prendere visione dei video caricati su YouTube
La parola al presidente dell’Istat
“Il
titolo della Conferenza di quest’anno non vuole evocare il web 2.0
peraltro già superato dal 3.0, ma segnala la necessità di passare al
livello superiore di un gioco chiamato statistica, da cui dipende il nostro futuro come singoli e come collettività”. Così Giovannini, nella sua relazione d’apertura, ha inaugurato i lavori della Decima Conferenza nazionale di statistica. “Le tante sessioni della Conferenza sono legate da un filo rosso che, speriamo, consenta nel prossimo futuro di convergere sull’idea di un Patto tra statistica ufficiale e società, dal quale far scaturire i cambiamenti necessari per realizzare il passaggio alla Statistica
I nuovi scenari della statistica oggi
La
decima edizione della Conferenza nazionale di statistica, aldilà degli
spazi più tradizionali e istituzionali, è stata particolarmente ricca e
originale e ha proposto spunti molto vari di incontro tra statistici e
varie comunità di utilizzatori in spazi informali dove i partecipanti
hanno avuto modo di prendere parte direttamente al dibattito secondo
un’impostazione innovativa e partecipativa; un luogo, di cittadinanza
attiva, per analizzare e ragionare sulle prospettive e sugli strumenti
della statistica ufficiale e anche un fondamentale momento di confronto
per analizzare come lo sviluppo delle nuove tecnologie dell’informazione
e della comunicazione aprano nuovi scenari anche nella produzione e
nella fruizione della statistica ufficiale, a livello nazionale e
internazionale.La
classica divisione tra chi produce e chi utilizza l’informazione
risulta più sfumata ed emerge con maggiore evidenza quel fattore di
condivisione della conoscenza che va sotto il nome di “intelligenza
collettiva”. La statistica è un bene pubblico ed è per questo che
La riforma del Sistema statistico nazionale
Importante contributo nell’ottica del dibattuto cambiamento del
Sistema statistico nazionale, a livello istituzionale (con la possibile
riforma del d.lgs 322/89) e procedurale (con la recente adozione del Codice italiano delle statistiche ufficiali) è stata la sessione parallela dedicata in Conferenza alla riforma del Sistema statistico nazionale che
è stata presieduta da Antonio Naddeo, Capo dipartimento della Funzione
pubblica, e introdotta da Raffaele Malizia, direttore centrale Istat; vi
hanno preso parte Achille Chiappetti, della Commissione per la garanzia
dell’informazione statistica, Ugo Trivellato, docente di statistica
economica all’Università di Padova, Cinzia Viale, presidente del
Coordinamento nazionale degli uffici di statistica delle province
italiane, Maria Teresa Coronella, dirigente del Sistema statistico
regionale del Veneto e componente del Cisis, Riccardo Innocenti,
presidente dell’Unione statistica dei comuni italiani, Fulvio Ananasso,
dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. A 20 anni dalla sua
istituzione il d.lgs 322/89, pur confermando la lungimiranza della sua
architettura a rete – del tutto coerente con i principi costituzionali
fissati nel Titolo V riformato nel 2001 - mostra alcune criticità che ne
hanno limitato l’effettiva applicazione e di cui nei mesi estivi si è
dibattuto in un forum on line. Nella sua relazione Malizia
ha illustrato i risultati principali della discussione sui diversi temi
affrontati, fra i quali il rapporto con il nuovo Titolo V della
Costituzione relativo al federalismo e il quadro normativo europeo sulla
statistica ufficiale, la necessità di puntare sull’innovazione e il
coordinamento della modulistica e dei formati di trasmissione dei dati
amministrativi per la costruzione di sistemi informativi integrati in
un’ottica di forte cooperazione, l’importanza di mettere gli
utilizzatori al centro del sistema con l’istituzione del Consiglio
nazionale degli utenti dell’informazione statistica, l’esigenza di
razionalizzare e irrobustire il sistema attraverso il ricorso a forme
associative delle piccole realtà comunali, il salto di qualità a
sostegno dell’autorevolezza, autonomia e credibilità degli uffici di
statistica anche mediante strategie di formazione a largo spettro
promosse dall’istituenda Scuola superiore della statistica ufficiale.
Chiappetti ha ribadito la sostanziale validità del d.lgs 322/89, al
quale vanno però apportate modiche in grado di rafforzare il centro del
Sistema a rete che regola il Sistan. Completezza e imparzialità sono i
principi del Codice delle statistiche europee che
Progetti e proposte per migliorare il Sistema
Il Consiglio nazionale degli utenti
Conoscere
le esigenze degli utenti è essenziale per una strategia che vuole
collocare istituzioni, imprese e cittadini entro un processo di
programmazione delle informazioni statistiche non guidato solo
dall’offerta ma sostanzialmente orientato dalla domanda. Una strategia
che non deve solo essere finalizzata alla formulazione del Programma
statistico nazionale ma allo sviluppo di un confronto permanente fra
produttori e utilizzatori per condividere linguaggi, scelte di
diffusione, responsabilità. Un’approfondita indagine effettuata
attraverso i circoli di qualità del Sistan ha messo in luce che gli
utenti specialistici richiedono microdati, oppure incroci tra variabili
non diffusi ma diffondibili, mentre gli utenti non specialistici
rivelano (richiedendo dati già pubblicati, oppure non pubblicati perché
non diffondibili o non rilevati) una insufficiente conoscenza delle
statistiche ufficiali e una scarsa comprensione di alcune definizioni e
termini statistici. Per evitare ogni possibile rischio di
“autoreferenzialità della statistica ufficiale, la risposta a queste
esigenze è stata individuata”, nella costituzione del Consiglio
nazionale degli utenti dell’informazione statistica (Cnuis) che,
ispirandosi ad alcuni aspetti delle esperienze francese, inglese e
dell’Unione europea, dovrà svolgere una fondamentale funzione di
mediazione all’interno del mondo degli utilizzatori per far emergere le
priorità espresse dall’utenza, dati i vincoli normativi e di bilancio.
Questa proposta,
frutto di un lavoro realizzato dall’Istat e discusso in Comstat, è
stata presentata alla Decima Conferenza nella sezione Scenari come
contributo strategico per sostenere l’autorevolezza, la pertinenza e, in
definitiva, l’utilità della statistica ufficiale.
La nuova newsletter della statistica ufficiale
Nel
panorama della statistica ufficiale italiana sono ancora scarsi gli
strumenti per la condivisione di progetti e programmi di lavoro, per lo
scambio di idee e lo sviluppo del confronto sui temi dell’informazione
quantitativa, per la promozione di metodi e standard innovativi, per la
conoscenza di esperienze significative e best practices, tutti elementi essenziali per la produzione di statistiche di qualità. Da qui nasce il progetto, presentato da Mirko Benedetti,
di creare una newsletter attraverso cui condividere informazioni sulla
produzione statistica nazionale, portare a conoscenza attività in corso e
progetti per il futuro, aprire o rilanciare
dibattiti su temi di rilievo e attualità, rafforzare la cooperazione
tra i soggetti della statistica ufficiale presenti sul territorio
nazionale, selezionare le informazioni d’interesse provenienti dagli
istituti di statistica in Europa e dalle organizzazioni internazionali.
La nuova newsletter avrà cadenza bimestrale, sarà prodotta in lingua
italiana e inglese, sarà pubblicata sul sito web dell’Istituto e inviata
per posta elettronica a università, centri di ricerca, organismi
internazionali e persone o enti che ne faranno richiesta.
La sfida dei censimenti
Il
Censimento della popolazione è per la prima volta disciplinato da un
regolamento europeo. In Italia il censimento sarà caratterizzato da
metodi e tecniche innovative, maturate dallo studio di esperienze estere
e dal confronto con attori e utenti. Durante la sessione I Censimenti del 2011 e oltre
sono state presentate e discusse le principali novità in materia di uso
dei dati amministrativi, di tecniche di campionamento nei comuni di
maggiori dimensioni, di organizzazione della rilevazione censuaria. La
sessione, importante momento di dibattito e di confronto sul tema più
classico della statistica pubblica, è stata coordinata da Viviana Egidi,
ordinaria presso la facoltà di Scienze statistiche dell’Università
Il federalismo e le fonti amministrative
La
costruzione di sistemi informativi adeguati a rendere operativo ed
efficiente il decentramento fiscale è possibile solo con l'uso massiccio
di informazioni di origine amministrativa, le uniche adeguate, per
livello di dettaglio tematico e territoriale, a rispondere alle esigenze
del federalismo fiscale. Accessibilità, fruibilità e integrabilità
delle fonti amministrative sono temi primari per consentire al Sistan di
fornire il supporto agli enti che saranno i nuovi titolari di attività
fiscali. La
sessione dedicata all’attualissimo tema è stata presieduta da Manlio
Calzaroni, direttore centrale Istat e ha visto la presenza di Ernesto
Longobardi, della Commissione paritetica per l’attuazione del
federalismo fiscale (Copaff), Giovanni Alfredo Barbieri, direttore
centrale dell’Istat, e Massimo Bordignon, ordinario di economia pubblica
all’Università Cattolica di Milano. Per Manlio Calzaroni la fonte
amministrativa è una base indispensabile per fornire informazioni idonee
alla gestione del federalismo fiscale. Nel suo intervento
Longobardi ha ribadito l’esistenza di un forte fabbisogno informativo
al quale dare risposta per l’attuazione delle leggi di riforma del
sistema di finanza pubblica. Secondo Giovanni Alfredo Barbieri
l’attuazione del federalismo rappresenta una sfida e un’occasione
storica anche per sviluppare l’informazione statistica e dare nuovo
slancio al Sistema statistico nazionale. Da una parte, ha aggiunto,sono
necessarie statistiche confrontabili a livello territoriale dettagliato
per dare attuazione ai meccanismi di perequazione, dall’altro gli enti
locali hanno bisogno di basi informative per il governo locale, senza
dimenticare che è sempre più necessario sviluppare strumenti di
misurazione adeguati a valutare l’impatto e l’efficacia delle politiche
locali sul benessere dei cittadini. Nel suo intervento,
Bordignon ha raccontato le difficoltà che i ricercatori incontrano nel
reperire dati contabili su regioni e enti locali, proponendo misure
idonee a migliorare la qualità, la quantità e l’uso delle informazioni.
Qualità della statistica pubblica
La
sessione ha avuto la funzione di stimolare il dibattito sulle nuove
sfide per la qualità che la statistica pubblica si trova ad affrontare
per rispondere ad esigenze conoscitive complesse e in rapida evoluzione.
È stata sottolineata l’esigenza di condividere la politica per la
qualità adottata dall'Istituto, al suo interno e per il Sistema, e di
avviare un confronto sulle recenti iniziative poste in essere per la sua
attuazione, prima fra tutte l'adozione del Codice italiano delle
statistiche ufficiali. Giancarlo
Marini, della Commissione di garanzia per l’informazione statistica, ha
moderato il dibattito al quale hanno partecipato Andrea Saltelli,
dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale
(Ispra), Daniela Cocchi, docente di statistica all’università di
Bologna, Carlo Filippucci, ordinario di statistica economica
dell’università di Bologna, Marina Signore e Nereo Zamaro dell’Istat.
Saltelli ha incentrato il suo intervento sulla dubbia qualità di alcuni indicatori e ratings molto
popolari sia nel mondo accademico che sui media, usati per giudicare la
bontà dei paesi, la loro amministrazione, la competitività, la
sostenibilità delle finanze e la cura per l’ambiente. Cocchi
ha affrontato la questione della qualità dei dati ambientali, che
spesso sono raccolti per finalità non statistiche. La metodologia di
raccolta è una questione importantissima e non può essere trascurata
quando si parla di informazioni ambientali di interesse pubblico. Carlo Filippucci
si è soffermato sul “diluvio di dati” provenienti da fonti diverse,
fenomeno che assume particolare rilevanza per quanto riguarda la
pubblica amministrazione, che raccoglie grandi archivi amministrativi
utilizzati nella statistica pubblica ma anche da altri soggetti.
L’utilizzo di questi dati per fini statistici pone il problema della
loro qualità, che in alcuni casi presenta ancora diverse lacune. Occorre
dunque definire strategie adeguate. Signore
ha illustrato la politica per la qualità dell’Istat, le sue principali
linee di attuazione e sviluppo mettendone in evidenza i forti
collegamenti con il quadro europeo. Infine, nel suo contributo, Zamaro
ha cercato di valutare
la coerenza e l’aderenza delle statistiche prodotte nell’ambito del
Sistan ai requisiti del Codice italiano delle statistiche ufficiali.
Tali requisiti sono organizzati in 15 principi distribuiti in tre campi
distinti che influenzano la qualità delle statistiche regolarmente
prodotte, dagli ostacoli legati al contesto istituzionale ai processi e
prodotti statistici. I dati presentati provengono da una rilevazione
esplorativa di tipo CAWI condotta nel periodo dal 25 ottobre al 15
novembre cui hanno partecipato 206 uffici di statistica su 288, operanti
all’interno di istituzioni pubbliche nazionali (ministeri, enti
pubblici non economici, ed enti di ricerca) e locali (camere di
commercio, regioni, province e comuni maggiori). I risultati mostrano
una certa variabilità sia all’interno delle singole dimensioni che tra
di esse, e delineano un profilo attendibile per gli uffici rispondenti
della situazione operativa vigente, mettendo in luce sia aspetti
specifici, sia le forme emergenti di associazione fra le modalità delle
variabili studiate.
Un sistema che innova e si rinnova
Dedicata
alla presentazione di prodotti e realizzazioni di maggior rilievo da
parte dei soggetti del Sistema statistico nazionale, la sezione Un sistema che innova e si rinnova ha ospitato, tra l’altro i seguenti interventi: Sistema informativo delle classificazioni. Accesso tramite web services, a cura di Giovanna D'Angiolini; SiGeoS Basilicata, di Anna Maria Grippo e Antonella Bianchino; Il Sistema informativo delle professioni, a cura di Cataldo Scarnera, Mario Gatti e Saverio Gazzelloni; Le nuove frontiere del data sharing, di Vincenzo Patruno e Alessandro Capezzuoli; Il nuovo sito web dell'Istat: da prodotto informativo a strumento di servizio, a cura di Giulia Mottura; I.Stat, di Stefano De Francisci e Stefania Bergamasco; La Carta dei servizi del servizio di statistica e toponomastica del comune di Firenze, a cura di Ciro Annicchiarico e Riccardo Innocenti; Integrazione di archivi e gestione di basi di dati dei numeri civici, di Mario Porri e Stefania Cicatiello.
Le tavole rotonde
Il
controverso tema del ruolo dell’informazione statistica nelle complesse
interazioni tra pubblico, media e mondo della politica è stato al
centro di tavole rotonde dedicate alle quali hanno partecipato
giornalisti, rappresentanti del mondo della politica, dell’imprenditoria
e della società civile che hanno condiviso riflessioni, proposte e
analisi.
La statistica e i media
La tavola rotonda dal titolo Ma la statistica oggi, serve davvero? E a chi? è stata coordinata da Alessandra Galloni del Wall Street Journal. Hanno partecipato Nerio Alessandri, presidente Technogym, Vittorio Bonori, dello Zenith Optimedia Group, l’onorevole Enrico Letta e Giovanni Moro, presidente Fondaca. Galloni ha
introdotto il tema sottolineando come non sia in dubbio l’utilità della
statistica ma piuttosto l’uso che se ne può fare. Per fiducia nei
confronti della statistica gli italiani si pongono al di sotto della
media europea. Bonori ha ricordato come la
statistica sia un indispensabile strumento di misurazione anche nella
sua professione poiché consente di testare l’efficacia delle campagne
pubblicitarie, ma al tempo stesso ha lamentato la scarsa capacità di
molte aziende di leggere i dati in prospettiva e non soltanto in
un’ottica di breve termine. Alessandri ha
sottolineato che in un mondo in veloce cambiamento l’unica certezza sia
l’incertezza. In questo contesto la statistica può contribuire a gestire
le trasformazioni. In un’ottica aziendale, inoltre, consente di
effettuare la scelta giusta, anche se impopolare, al momento giusto. Ha
rivolto infine alla classe politica una domanda: “come mai anche in
presenza di informazioni quantitative non sempre le scelte sono
consequenziali”? Letta ha insistito sulla
necessità di interpretare le informazioni disponibili e renderle
fruibili a tutti. Ha ricordato che sono importanti le prospettive di
lungo periodo ed è fondamentale la terzietà della statistica; ha
proposto, nel merito, che l’istituto di statistica di ogni paese europeo
sia presieduto da una persona di nazionalità diversa per evitare che si
possa ripetere il caso Grecia. Moro ha
invece messo in luce che accanto a un eccesso di dati su alcuni
fenomeni, ci troviamo di fronte a una totale carenza informativa su
altri. Ad esempio, non ci sono informazioni sulla responsabilità
d’impresa, pur essendo importante per il futuro di tutti, e sul rispetto
dei cittadini malati in Europa, malgrado l’esistenza di una carta dei
servizi. Si corre quindi il rischio che un fenomeno non rappresentato
dalla statistica sia percepito come non esistente. A questo punto Enrico Giovannini
è intervenuto ricordando che, nella sua relazione introduttiva, aveva
auspicato la costituzione di un nuovo sistema europeo analogo a quello
delle banche centrali in cui gli Istituti di statistica nazionali
abbiano lo stesso status delle banche centrali nazionali. Ha ipotizzato,
riguardo a un intervento più tempestivo della statistica ufficiale nel
dibattito pubblico, la possibilità di diffondere regolarmente dati sul
tema che un algoritmo indichi come quello che ha totalizzato il maggior
numero di parole sui media nella settimana precedente.
Non di solo Pil: i nuovi indicatori del benessere
Grande interesse ha suscitato la tavola rotonda dal titolo I nuovi indicatori del benessere, coordinata da Dario Laruffa, giornalista Rai. Ha introdotto il dibattito Linda Laura Sabbadini direttore centrale Istat; sono intervenuti Giulio Marcon, della campagna Sbilanciamoci, Antonio Marzano, presidente del Cnel, Alessandra Mottola Molfino, presidente di Italia Nostra, Corrado Passera, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo, e Matteo Ricci,
presidente della provincia di Pesaro. Si tratta di un tema di grande
attualità attorno al quale si è sviluppata negli ultimi mesi un’ampia
discussione a livello internazionale. Laruffa ricorda quando, nel 1987, la rivalutazione del Pil portò l’Italia a scavalcare
Comunicare la statistica e informare la società
La tavola rotonda Comunicare la statistica e informare la società è stata coordinata da Stefano Rolando docente all’università Iulm di Milano. Ha introdotto il tema Ilvo Diamanti, ordinario di Scienza politica all’Università di Urbino, sono intervenuti i giornalisti Rosaria Amato di Repubblica, Gianluca Vannucchi dell’Ansa, Lucia Coppa di Radio Rai, Antonio Signorini de Il Giornale e Stefano Lepri di
Per un nuovo patto tra il sistema statistico e il Paese
La statistica può essere attraente anche per i non addetti ai lavori?
Questo è il tema affrontato nello spazio della Conferenza dedicato allo storytelling. Alberto Zuliani, ordinario di statistica all’Università
Liberare i dati per liberare la conoscenza
Nell’ambito del più vasto movimento per un Open Government,
motivato dall’esigenza di avvicinare il governo ai cittadini rendendo
accessibili e trasparenti le normative e gli atti dell’amministrazione,
il movimento open data chiede il pieno e agevole accesso ai dati
statistici, con standard informatici condivisi e senza restrizioni
all’uso e alla riproduzione. L’Istat condivide questa filosofia
generale, ma intende discutere questioni aperte, quali quelle della
qualità e della riconoscibilità delle fonti, del rispetto del segreto
statistico, del corredo di metainformazione. Un altro aspetto critico è
quello di come consentire ai cittadini e agli utenti l’accesso alle
competenze dei ricercatori e dei produttori di dati. Su questo
importante tema si sono confrontati, nello spazio Agorà, Giovanni
Alfredo Barbieri direttore centrale Istat, Alberto Cottica direttore
del progetto Kublai del Ministero dello Sviluppo economico e Flavia
Marzano consulente strategico per
Flavia Marzano nell’illustrare le caratteristiche del Manifesto per l’Open Government,
ha sottolineato l’importanza dell’idea di “liberare i dati”,
nell’ipotesi di arrivare all’elaborazione del Codice di amministrazione
digitale che in altri paesi è già una realtà. Dal canto suo Cottica, a
partire dall’esperienza di Spaghetti Open data, ha sottolineato il
carattere democratico e partecipativo implicito nei progetti di
collaborazione tra amministrazioni pubbliche e società civile in rete,
nell’interesse di un dibattito pubblico al tempo stesso ampio ed aperto,
nonché concretamente basato sui dati.
Il futuro è nei giovani
La sessione Under 21, che si è snodata nei due giorni di Conferenza, è stata tra le più vivaci e seguite: circa 200 ragazzi hanno partecipato a diverse iniziative: Barcamp juniores, quiz basati su termini statistici, racconto di esperienze e indagini svolte nelle scuole da loro stessi, analisi delle parole della statistica usate nel loro universo (libri, televisione, web…) e/o su alcune testate giornalistiche (Sole 24 Ore, Repubblica, Corriere della Sera). In quest’area la scelta degli organizzatori è stata quella di dare la parola ai giovani, rovesciando il paradigma per cui sono gli adulti a insegnare. Questa si è trattato di una scelta vincente e gli studenti hanno dimostrato, attraverso esposizioni competenti e chiare, che l’alfabetizzazione statistica non solo può ma deve iniziare dai banchi di scuola per formare cittadini consapevoli.
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