Sistan

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Il Comstat ha avviato un dibattito per la riforma del Sistema statistico nazionale. Una delle iniziative è stata quella di chiedere a ciascuno dei membri un contributo che evidenziasse le carenze riscontrate. Il Presidente dell'Usci ha inviato il contributo che riportiamo, invitando sin da ora i soci e visitatori del sito a inviare osservazioni, suggerimenti, proposte.

BREVE CONTRIBUTO PER L’INDIVIDUAZIONE DEI PROBLEMI DEL SISTAN DA RISOLVERE

Una ripresa dell’iniziativa per la riforma del Sistan non può prescindere, a mio avviso, da una premessa, da alcuni principi e da un impegno istituzionale.

La premessa è che sembra più opportuno porre l’attenzione, dopo tutto il dibattito e le recriminazioni, ancorché fondate, di questi anni, sulla funzione statistica, piuttosto che sull’architettura istituzionale. Quest’ultima dovrebbe essere conseguenza, e non vincolo, rispetto alla soluzione dei problemi riscontrati.
I principi cui dovrebbe ispirarsi la riforma del Sistan, tra loro fortemente interconnessi, dovrebbero essere:

  • Il principio di contenuto, secondo il quale i dati statistici sono una parte dell’informazione statistica, che li riassume in sé, dopo averli verificati, analizzati, elaborati e predisposto il risultato del processo per la diffusione. Conseguenza di questo principio è la distinzione tra un generico processo di trattamento dei dati come correntemente esercitato, dagli apparati informatici degli enti, delle amministrazioni, delle organizzazioni, e il processo di trattamento a fini statistici di dati;
  • Il principio di sussidiarietà, secondo il quale la funzione statistica di un’amministrazione come di un ente deve essere svolta al livello più confacente per l’efficace esercizio della funzione stessa, e comunque il più possibile prossimo all’utilizzatore finale del prodotto “informazione statistica”, specie se questo è il cittadino. Conseguenze di questo principio sono la irrinunciabilità della diffusione e articolazione territoriale della funzione, il suo assumere un connotato “federalista” (pur nel rispetto delle disposizioni dell’art.117 c.2 l. r) Cost. “coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell'amministrazione statale, regionale e locale” riservato allo Stato), la garanzia della disponibilità di dati e informazioni al minore dettaglio territoriale possibile;
  • Il principio di qualità, secondo il quale il processo di produzione dell’informazione statistica ufficiale non solo non può prescindere dai 15 principi codificati della statistica europea, nonché dal recente codice italiano delle statistiche ufficiali, ma deve prevedere anche l’emanazione di carte di servizi rivolte a garantire gli utenti e gli utilizzatori della qualità e dell’affidabilità dell’informazione stessa;
  • Il principio di adeguatezza, secondo il quale gli enti e le amministrazioni del Sistan, si organizzano, si collegano, si integrano, in modo da garantire l’esercizio efficiente della funzione statistica, ottimizzando le risorse finanziarie e professionali. L’impegno istituzionale che dovrebbe essere assunto dal Governo e dal Parlamento è quello di esplicitare sia la “fiducia” nella statistica ufficiale, sia il corretto dimensionamento delle risorse finanziarie che i vari enti e organismi del Sistema devono prevedere per la produzione dell’informazione statistica, sia la rinuncia al ricorso a surrogati di informazione statistica comunque prodotti al di fuori del Sistema.

Rovesciando l’impostazione, anche per rispondere coerentemente alla domanda posta, da quanto detto si può desumere che i problemi del Sistan da risolvere siano:

  1. Il prevalere di una concezione “organicistica” rispetto a una di tipo “funzionale” nell’architettura del Sistema;
  2. Il prevalere di una pratica di tipo “centralistico” e non sufficientemente attrezzata per la fornitura di informazioni statistiche ufficiali ai livelli territoriali di governo, nonché alle popolazioni, che ha avuto come contraltare, altrettanto negativo, la pratica di “sostituzione”, di “autosufficienza” condotta da talune amministrazioni;
  3. Una diffusa percezione di insufficiente qualità dell’informazione statistica prodotta, spesso del tutto infondata, che mina alla base la credibilità della funzione, specie presso i decisori locali, spiegabile anche con la bassa diffusione di corrette applicazioni dei principi della statistica ufficiale, comunque presenti da decenni nell’ordinamento;
  4. Una eccessiva frammentazione e una scarsissima propensione alla collaborazione, all’integrazione, orizzontale e verticale, tra i vari soggetti del Sistema, con evidenti sovrapposizioni e inopinate “concorrenze”, come nel caso dei livelli regionali;
  5. Una insufficiente dotazione finanziaria del Sistema, anche se va ribadito essere questa una conseguenza di altre criticità, piuttosto che la causa principale delle difficoltà, pur restando un dato di fatto;
  6. Un “disinvolto”, diffuso atteggiamento dei decisori politici e amministrativi, sia a livello nazionale sia a livello locale, che depotenzia il contenuto informativo della statistica ufficiale, con ripetuti, espliciti rilievi critici, o con il continuo ricorso a informazioni parziali, di comodo, estranee alla statistica ufficiale;
  7. Il prevalere di una concezione “giustecnicistica” che vede privilegiare, sia a livello statale sia a livello regionale, ingenti e talvolta improduttivi investimenti nelle attrezzature, rispetto ai più modesti impegni che sarebbero richiesti per lo sviluppo della funzione statistica.

Cronoprogramma


Disponibile per il download il Cronoprogramma indagini 2024

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